Il libro analizza e racconta con forza e concretezza le storie di centinaia di ragazze nigeriane rese schiave in Italia e costrette con l'inganno a prostituirsi dall'alleanza fra mafia nigeriana e criminalità italiana. Sono state più di mille le ragazze avvicinate nel corso dell'indagine, raggiunte in tutte le regioni anche scavalcando associazioni e chiese nigeriane esistenti, spesso omertose quando non addirittura colluse con i trafficanti. È un quadro drammatico quello descritto dal libro: sono più di 500 le ragazze nigeriane uccise in Italia, ma questo non ferma il flusso illegale e ininterrotto di arrivi di migliaia di giovanissime, spesso minorenni, ma da quasi vent'anni vengono condotte nel nostro paese. A tutte viene imposto un debito altissimo, fino a 80 mila euro, a cui debbono far fronte nel tempo sotto la stretta e violenta sorveglianza della rete delle “maman”, diffuse capillarmente a migliaia in tutto il territorio nazionale. Eppure sta crescendo il numero delle ragazze che, come l'autrice del libro, si ribellano al ricatto della mafia e, attraverso percorsi diversi, riescono a liberarsi dal suo dominio. E con loro cresce anche la pratica spontanea del mutuo aiuto, diretto in particolare verso le giovanissime e le ragazze minorenni. Contributi significativi affiancano nel libro la denuncia della tratta: quelli dello scrittore Roberto Saviano, del musicista americano Michael Noyman e dell'artista americana Marta Rosler, a cui si accompagnano le riflessioni di Claudio Magnabosco e Gianguido Palumbo, due uomini italiani impegnati nelle reti e nelle associazioni contro la tratta per un cambiamento delle responsabilità maschili.